Italia sessista e Marocco progressista come la Svezia

Sulla pubblicità della Huggies ne ho parlato giorni fa. L’indignazione pubblica nei confronti dello spot è stata sorprendentemente alta. Infatti, su Change, la piattaforma che consente di lanciare petizioni, le firme hanno quasi raggiunto le 6mila unità. Sono state così tante che lo Iap si è espresso per la prima volta contro uno spot che non rappresenta nudità per divulgare stereotipi sessisti.

E’ un movimento partito dal basso, dall’opinione pubblica ed è la prima volta che la gente si indigni verso uno spot che non rappresenta nudità femminili. D’altra parte però è nata una contro-petizione da parte di chi vuole difendere le differenze dalla pericolosa “ideologia del gender” che sta raggiungendo molte più firme.

Di questi fanatici se ne parla già da tempo e sono sempre più accaniti contro chi vuole promuovere qualsiasi forma di parità basata sul genere. Organizzano convegni, petizioni, campagne e tanto ancora per sensibilizzare la società a tenere ben salde le differenze tra uomo e donna in nome della famiglia tradizionale e dell’eterosessualità. Questi non sono fanatici singoli ma sono ben sostenuti anche da associazioni religiose.

Per dirla tutta sono i nostri talebani e stanno facendo di tutto anziché la società rallenti a realizzare la piena parità tra uomo e donna e tra eterosessuali e LGBT.

Mentre accade questo il Marocco, paese sempre additato dagli occidentali come repressivo nei confronti dei diritti delle donne, ha appena approvato su larga maggioranza una legge che vieta ogni forma di pubblicità che discrimina le donne, comprese quelle che suggeriscono il ruolo di angelo del focolare. In poche parole la pubblicità della Huggies sarebbe percepita come fastidiosa perfino nell'”islamico” Marocco, che nei media italiani e dal resto dell’occidente viene chiamato in causa solo quando ci sono notizie negative nei confronti delle donne e Lgbt.

Con una legge il Marocco dà una lezione di civiltà all’occidente intero, molti paesi del quale nemmeno dispongono di una legge contro il sessismo nei media, tra cui l’Italia. Il nostro Paese, oltre a non avere una legge approvata dal Parlamento, pare non abbia nemmeno compreso che la pubblicità della Huggies sia sessista. Malgrado siano stati molti a firmare esiste una parte consistente di italiani che la considerano normale o addirittura importante.

Il silenzio delle istituzioni suona come un “chi tace acconsente”. Oppure c’è chi in qualità di istituzione dà il patrocinio ad iniziative che si pubblicizzano con manifesti sessisti. Giorni addietro Samantha Cristoforetti è tornata dallo spazio e ancora oggi molti credono che siano i maschi ad amare le avventure. A causa di questo insano sentimento sessista non tutti hanno accolto il suo ritorno e molti si sono lamentati sul perché la stampa si sia troppo concentrata su di lei. Della serie che se non si parla della solita velina spiaggiata che ha un po’ di cellulite sul lato B come tutte, non interessa nessuno.

I recenti accadimenti confermano quanto ancora l’Italia sia un paese retrogrado, superato perfino da chi è sempre stato additato dagli stessi italiani come “talebano e sessista”. Sono molto contenta del fatto che il Marocco, come gran parte del mondo arabo, si stia impegnando sempre di più a promuovere i diritti delle donne, dando così una lezione ai paesi occidentali.

Ps: Ecco altre belle notizie per gli altri paesi arabi. Primo giudice donna della Corte Suprema in Afghanistan: “Per la prima volta nella storia dell’Afghanistan una donna è stata scelta oggi quale giudice della Corte Suprema, il massimo organo giudiziario del Paese. La decisione è stata presa dal presidente della Repubblica Ashraf Ghani che in questo modo ha mantenuto una delle promesse fatte lo scorso anno in campagna elettorale”. Questa non è una notizia da poco se pensiamo ai diritti delle donne afghane e se guardiamo alla data di ingresso delle donne italiane nella magistratura e al numero delle donne italiane ai vertici della magistratura, compresa la fatidica attesa fino al 2013 per avere una donna come Presidente di sezione della Cassazione, Gabriella Luccioli. In Arabia Saudita le donne potranno votare e candidarsi in politica.

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