Martina Levato: come la comunità punisce una cattiva madre (ovvero madre cattiva)

Due articoli interessanti:

Luisa Betti: “Il fatto interessante che riguarda questa delicata vicenda è stato che il centro della discussione è stato per lo più su come deve essere una “madre”: chiunque si è preso la briga di giudicare come sia “cattiva” una cattiva madre e come deve essere invece una buona madre, sparlando anche di istinto materno, mentre parlando di superiore interesse del bambino ci si è avventurati in sproloqui senza conoscere né cosa consente la legge italiana, né dei rischi che questo bambino corre sia nel caso di possibile adozione (per esempio parcheggiato in istituti) sia nel caso di permanenza dei primi anni di vita in carcere con la mamma, e di come attualmente quella stessa legge che dovrebbe tutelare madri detenute con bambini piccoli in Italia, sia ancora carente in Italia. Cioè non si parla del caso, ma di quanto sia brutta e cattiva questa Martina Levato che essendo una reietta si è anche permessa di mettere al mondo un figlio. Al di là della storia, brevemente riassunta qui, è interessante quindi osservare l’accanimento dei media e degli “opinionisti” verso una donna che in quanto madre colpevole di un crimine (senza nulla togliere a quello che ha fatto per cui è stata già condannata a scontare 14 anni di prigione), diventa stigma del male assoluto: un trattamento che allo stesso livello diciamo di reato, non è neanche immaginato per gli uomini. Quante donne vengono sfigurate, torturate, stuprate nel mondo da uomini senza che sulla base di questo reato venga pesata la loro capacità di fare il padre? Di rado viene giudicata la capacità genitoriale di un uomo su questo, in quanto non è ritenuto probabilmente importante per la comunità”.

Ilaria Boiano:
“Le rappresentazioni delle donne nella nostra società rimangono molto limitate: alle donne proposte come oggetto sessuale si contrappone l’immaginario della donna accudente e madre “in essenza”. Uscire da questo dualismo significa deviare dalla norma, una deviazione che per il sentire comune sembra ancora meritare una pena (anche solo sociale) più afflittiva: se le donne non accettano passivamente il ruolo di oggetto sessuale, ma si pongono come soggetto attivo e desiderante, allora si presume che vadano in giro in uno stato di consenso costante all’attività sessuale e dunque la loro parola diviene “non attendibile”.

“[…]nfine, la deviazione diviene socialmente intollerabile se le donne commettono reati: alla rappresentazione di uomini colti da raptus o criminali“per professione”, si contrappone l’immaginario di donne criminali promiscue,fredde dal cuore spietato, soggetti ‘doppiamente devianti’ dal comportamento innaturale perché non solo hanno infranto la legge, ma hanno anche trasceso le norme sociali e le aspettative connesse ad un comportamento femminile accettabile”.

[…]

Dato di fatto, che conferma la natura discriminatoria per motivi di genere dell’allontanamento del neonato da sua madre, è che la medesima solerzia delle autorità a disporre l’allontanamento dal genitore non si rileva quando sono le donne a segnalare comportamenti pregiudizievoli dei padri ai danni dei figli minori: in questi casi, l’argomentazione con la quale si giustifica la mancata adozione di misure di protezione dei minori è che gli eventuali comportamenti violenti commessi nei confronti di terzi (magari proprio della ex compagna madre del proprio figlio) non può essere di per sé ritenuto indice di inadeguatezza genitoriale.

In definitiva, nel nostro ordinamento il principio di legalità è minacciato da un doppio parametro di valutazione che guida l’applicazione della legge in direzione discriminatoria delle donne.

E questo non è solo un problema nostro, di noi donne, ma riguarda la società tutta: quando vacilla il principio di legalità, è a rischio la libertà di tutti e tutte”.

“Anche rifiutare la maternità, o solo modificarne l’articolazione tradizionale, comporta una stigmatizzazione delle donne che provano a reinventarsi. L’idealizzazione della maternità ha cominciato ad essere scalfita da quando le donne non sacrificano più la propria dimensione esistenziale, e la propria vita nei casi di violenza maschile, sull’altare della “sacra famiglia”da tenere unita, ma scelgono di percorrere la strada della libertà e della realizzazione personale: la punizione sociale per aver rotto i vincoli familiari è la rappresentazione come ex moglie avida e vendicativa o “madre alienante”.

DonnexDiritti di Luisa Betti Dakli

Sul caso di Martina Levato, la 23enne condannata a 14 anni per aver acidificato un uomo insieme al suo compagno, Alexander Boettcher, e che a ferragosto ha partorito un bambino, sono stati versati in questi giorni fiumi d’inchiostro. Il caso, di cui non parlava più nessuno, è tornato a far discutere dopo che la pm Annamaria Fiorillo ha separato dalla donna il piccolo, adottando “provvedimenti urgenti e di prassi”. Il piccolo è stato affidato al Comune di Milano con la nomina di un tutore, in attesa di aprire un’istruttoria sull’adozione. Il bambino è stato tolto alla madre subito dopo il parto e questo è stato ritenuto da alcuni un atteggiamento disumano e da altri una tutela nei confronti del piccolo nella convinzione che in questo modo possa avere una vita migliore, dato che la madre è stata dichiarata una borderline pericolosa. I magistrati hanno giudicato con la frase “irreversibile inadeguatezza” non solo i…

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9 risposte a "Martina Levato: come la comunità punisce una cattiva madre (ovvero madre cattiva)"

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  1. Guardate che Femminismo non significa difendere le donne a prescindere, qualunque cosa facciano, perché sono femmine,
    Questa signora, insieme al compagno, si è resa colpevole di un atto odioso e criminale agito per puro dispetto (visto che la vittima era un ex e lei si era anche rifatta una vita con il suo poi complice), mi sembra non si debbano scomodare la dicotomia madre/puttana o l’archetipo di madre nutrice per capire perché molte persone ritengano che un bambino con lei non sia in buone mani. Doppio standard non ce n’è visto che per il bambino non è stato ritenuto adatto nemmeno il padre.

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    1. Scusami tanto, hai letto per caso parole di difesa verso la Levato nei due post che ho rebloggato?
      Qui si parla di un differente metro di giudizio nel trattare la cosiddetta criminalità femminile e non della difesa in quanto femmine.
      La dicotomia madre e puttana c’è tutta dal momento che una donna criminale venga giudicata come madre o come femmina ma non in quanto persona che ha commesso il delitto.

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      1. Poiché ha commesso un delitto è considerata non adatta a fare la madre. Anche agli uomini che ammazzano le mogli di solito viene tolta la potestà sui figli, e ci mancherebbe altro, ma questo dimostra che non è un discorso di genere. E non è corretto fare un discorso di genere su qualunque vicenda coinvolga una donna.

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      2. Dunque qualsiasi donna che delinque non è adatta a fare la madre? ma cosa c’entra?

        Quando un uomo ammazza una moglie sei sicura che gli viene tolta la patria potestà? Citami qualche caso ad esempio. Inoltre è molto diverso visto che la moglie è un membro della famiglia e molto spesso le violenze domestiche coinvolgono i figli come testimoni (quando non vittime) e si chiama reato di “violenza assistita”, ossia i bambini hanno visto la scena e spesso al momento del reato erano presenti in casa, quindi mi stai parlando di cose completamente diverse.

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  2. A me sembra invece che il fatto che questa abbia avuto un figlio la renda la Madonna Immacolata.
    Gente che parla di sessismo e di immagine della donna e poi scrive roba identica, vergognosa (sta ”già scontando 14 anni per il suo crimine”…. SCRITTO COME SE FOSSERO TROPPI. Vergogna.).
    Questa è una pazza criminale ed il fatto che le use ovaie funzionino non la rende un essere umano degno di questo nome.
    Il bambino va mandato in adozione, lei ed il suo uomo in galera tutta la vita. Questa è gente che ha tirato acido in faccia ad altra. ACIDO. Avete idea di cosa voglia dire ricevere l’acido in faccia?
    Fatemi capire, quando fu la tizia (non ricordo il nome scusate sto scrivendo di getto) a ritrovarsi la faccia devastata dall’acido allora l’uomo che aveva fatto sta cosa era un mostro e lei una combattente, adesso? Niente? Perché questa qua ha partorito? Perché ha la vagina?
    No. Mi spiace.
    Queste persone sono dannose per la comunità, e come tali devono essere rese inoffensive tramite prigionia.
    Acido, ripeto, acido sulla faccia. Ma siamo matti? A fanculo lei ed il suo bambino innocente.
    A fanculo il buonismo che si alza in questo Paese quando si parla di gente che ha figli.
    Sono orripilata, esterrefatta.

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    1. “già scontando 14 anni per il crimine” non significa che la si ritenga troppo alta. Qui si discute sul fatto che se il crimine non coinvolge il minore non si può agire per legge per il cosiddetto “interesse del minore”. Anche se il reato è MOLTO GRAVE non è stato fatto sul bambino. Spiegami come mai tantissime donne fanno ricorso contro padri violenti che abusano e la legge dove è in quel caso? Perché la legge agisce invece sottraendo il figlio alla donna maltrattata? i casi sono numerosi. Trovo giusto che si discuta su questo, perché non è giusto giudicare un criminale per la sua presunta capacità di essere madre anche se il reato è molto grave.
      Non mi pare che all’uomo che ha acidificato la faccia di Lucia Annibali gli sia stato tolto qualche figlio o sia stata tirata in ballo la sua vita sessuale. Eppure Luca Varani che ha acidificato la faccia dell’avvocatessa è divenuto padre ma nessuno ha tolto lui la patria potestà, a parità di reato o è stato fatto un qualche dibattito sul suo diritto di essere padre. Anzi leggiti la notizia, ne parlano quasi con compassione, come se fosse lui una vittima:

      http://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/2013/09/25/955560-lucia-annibali-varani-padre.shtml

      Allora è giusto scrivere che qui si tratta di un sessismo dal punto di vista mediatico e giudiziario.

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      1. Qui si parla di una persona mentalmente instabile che pensa sia un suo diritto lanciare acido in faccia su qualcuno per vendetta.
        Come pensi che possa gestire un neonato qualcuno (uomo o donna che sia) che gestisce lo stress/frustrazioni/delusioni così?
        Cosa farebbe ad un bimbo che piange tutta la notte per delle colichette?
        Onestamente io non affederei a nessuno dei due manco un criceto, figurati un neonato.
        Non sono sani di mente.
        Tutti e due non sono in grado di gestire un bimbo, per questo è stato dato subito in affido.
        A me pare vero il contrario: che si stia discutendo sul potere salvifico della maternità su una donna mentalmente instabile, che non si è mai pentita di quello che ha fatto. Se sei mamma sei santa di default.
        Su varani non ci sono notizie sulla patria potestà ma comunque la bimba ha un genitore che si suppone sia in grado di intendere e di volere. Quindi non è richiesto nessun intervento da parte delle autorità giudiziarie.

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      2. Non sono quella che discute sul potere salvifico dell’essere madre sulla santità della donna mamma, anzi solitamente lotto contro questi stereotipi. Qui si tratta di giudicare una persona che ha compiuto un crimine sulla capacità di essere madre. Varani è in grado di intendere e volere? o sua madre? Cosa c’entra che ha un genitore in grado di intendere e volere sul suo diritto di essere padre? Perchè non vuoi ammettere che la legge non è effettivamente uguale per tutti?

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      3. Scusami ma mi pare che qui ci stiamo incapando su una cosa inesistente: una persona ha lanciato dell’acido in faccia ad un ex per dispetto, ha cercato di evirarne un altro, ne ha sfigurato uno per scambio di persona, di tanto in tanto di è dedicata alla coprofagia, si è fatta incidere la faccia con l’iniziale del simpatico personaggio con cui sta insieme. Senza dare il minimo segno di rimorso, dubbio o pentimento.
        Lui è un narcisista violento e sociopatico, che vuole l’eliminazione fisica degli ex per essere l’unico incontrastato padrone della “femmina”.
        I nonni sono stati giudicati inadatti ad un affido temporaneo per il bambino (e per aver cresciuto gente così la cosa non mi stupisce più di tanto). Tutti fatti verificati che sono alla base dei procedimenti penali che li coinvolgono, non accuse ancora da verificare.
        Sul fatto che nessuno della famiglia possa occuparsi del bambino ci sono dubbi?

        Tutte queste persone, maschi e femmine, sono stati giudicati inadatti.
        Che facciamo allora? Lasciamo il bambino con la madre biologica perchè altrimenti è sessista? Ma alla sicurezza del bambino ci pensa nessuno?
        Vogliamo parlare anche di sessismo al contrario? Il padre non se lo sta filando nessuno, secondo questo ragionamento dovrebbe essere innescata la polemica pure su di lui, e invece no perchè essendo maschio e criminale violento e sociopatico nessuno mette in dubbio che non può essere una figura genitoriale valida per questo povero neonato.
        Lei invece è donna, una beddamatresantissima purificata dal parto e allora può avanzare diritti su questa povera creatura.
        Quando si tratta di genitorialità pare sempre che l’unica figura che conti sia quella della madre, e personalmente non sono d’accordo. I genitori (senza distinzioni di sesso) sono ugualemnte rilevanti.

        La parternità o materniità biologica per quel che mi riguarda non significa nulla, sono l’amore, la cura, la dedizione che fanno un genitore. E suonare la grancassa della matrernità purificatrice per ottenere vantaggi (tipo andare in comunità invece che in carcere) mi fà venire qualche dubbio sull’amore disinteressato. Poi sarò cattiva io, che ti devo dire?

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