#Slutshaming: Ossia se non ti comporti come dovrebbe una donna, allora chiunque può attribuirti l’etichetta di “puttana”

“Puttana”, “Vacca”, “chissà quanti bocchini ha fatto”, “dovrebbe battere nei marciapiedi”, “troia dell’Est”, “Bruciamole la fica”, “questa non è una vera donna”. Sono tanti dei commenti che ho letto contro la ragazza che si è fatta fotografare davanti ad una macchina bruciata alla fine degli scontri NoExpo.

Un vero e proprio accanimento cominciato da quanto un sito ha diffuso la bufala che la ragazza fosse la sorella della ministra Boschi. Inizialmente c’è chi ha dato della puttana all’onorevole Boschi, perché si sa che se sei donna in politica e carina per molti sei per forza una che è passata per il letto di qualcuno. Perché si sa in quanto donna non puoi essere lì per le tue capacità e in quanto donna non puoi ricoprire cariche politiche senza essere passata per l’onta della sgualdrina, in quanto donna che ha rinunciato il ruolo tradizionale di mamma e moglie per ricoprire cariche che per molti sono solo maschili.

Molte fonti però hanno rivelato che si è trattato solo di una bufala: non é la sorella della Boschi. Gli insulti sessisti contro la ministra sono calati e la folla si è accanita contro questa anonima ragazza. Un selfie che ha fatto più scandalo di chi ha in prima persona devastato Milano.

In realtà si sono accaniti anche su un ragazzino che ha espresso dichiarazioni choc ma nessun commento sessista si è scagliato su di lui in quanto maschio.

Verso la ragazza invece sono apparsi commenti riferiti alla sua femminilità. Sulla pagina “il Milanese Imbruttito” (e altre) sono comparsi commenti violentissimi e sessisti. Gli utenti hanno avviato un vero e proprio linciaggio verso questa adolescente chiedendo il nome e cognome per cercarla, linciarla o stuprarla. La protagonista di questo incivile gesto non sarebbe nemmeno italiana e anche questa è diventata l’occasione per marcare il confine tra le donne straniere “puttane” e le italiane “madonne”. Insomma, il doppio standard “madonna-zoccola” dividerebbe le donne anche per nazionalità.

In generale, sei una donna dunque sei una troia ma se sei straniera sei doppiamente troia soprattutto se vieni dall’est Europa. E poco importa se le ragazze che trovi sui marciapiedi non hanno scelto di fare le prostitute. Anche se sei lì dopo stupri di gruppo, minacce, botte ecc, sarai sempre colpevole in quanto donna. (Ricordo che purtroppo tantissimi uomini con l’Expo approfitteranno ad andare a prostitute e purtroppo ne sono arrivate molte).

Il pregiudizio della straniera troia è molto forte in Italia ed è assurdo che un paese europeo giudichi in modo diverso la morale di una donna in base ai presunti costumi della sua nazionalità, come se le italiane fossero parte di un altro contesto culturale più integralista.

È anche vero che gli italiani più di altri europei impegnano le maggiori preoccupazioni sul concetto di donna e questo ha molto peso nella nostra società, forse legato al retaggio recente che legava il comportamento delle donne all’ onore, stabilito pure da leggi giuridiche. Alle italiane, dunque, viene consegnata la ricompensa sociale di adeguarsi a ciò che vogliono gli uomini, alle regole del patriarcato. Quel che è peggio però è che l’etichetta della puttana in Italia non investe solo le donne libertine, ma ogni donna viene accusata di presunto libertinismo se fa qualcosa che non si conforma al cliché di brava ragazza.

Un atteggiamento che richiede alle donne una maggiore “sanzione” se trasgredisce una regola, rispetto agli uomini. Quel che è peggio è che una donna che fa un comportamento giudicato riprovevole non verrà giudicata come umano ma come femmina della specie umana.

Per lo stesso motivo una donna che beve alcoolici, impreca, è aggressiva, rutta ecc…verrà “sanzionata” in modo più pesante rispetto ad un uomo. Dunque diventa oscena non in quanto persona ma in quanto donna, poiché “non sta bene che una signorina si comporti come un uomo”. E il problema è qui. La donna viene maggiormente colpevolizzata per non essere femminile, in relazione a stereotipi rigidi sulla femminilità radicati nella nostra cultura. Essere brave donne dunque richiede che tu ti adegui al ruolo di potenziale futura madre e moglie.

Se non ti comporti come una brava donna, allora chiunque può attribuirti l’etichetta di “puttana”. E badate al caso che il puttana non equivale al sinonimo di “donna stronza” (il sessista “bitch”). Infatti, nella pagina Facebook, sotto la foto della ragazza protegonista della foto, sono apparsi numerosi commenti che hanno insinuato come anche la sua vita sessuale debba essere per forza movimentata e fuori dallo standard che fa di una donna una santa.

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Nel suo profilo la ragazza dichiara che la macchina era sua.

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Tutto ciò anche se farsi fare una foto davanti ad un’auto bruciata non ha una minima correlazione con il prostituirsi o l’avere avuto molti partner. Questo rivela come l’accanimento sia più sul suo genere che sul gesto che ha commesso. E’ donna quindi è colpevole. E’ donna quindi il gesto che ha fatto è doppiamente più grave. È donna quindi ha fatto peggio di chi ha bruciato le auto, anzi sicuramente è stata lei.

Dunque, non ti comporti rispettando le regole sociali verrai giudicata in quanto femmina. Dunque c’è chi ti darà della cagna, della zoccola, della bocchinara, chi ipotizzerà che sicuramente non avrai nemmeno una vita sessuale che si addice ad una brava donna. Tutto ciò solo perché hai deciso di apparire pubblicamente in una fotografia. Commenti che ricordano il linciaggio in termini sessisti contro bulle che si sono fatte filmare come trofeo mentre picchiavano le loro coetanee.

L’insulto puttana è stato rivolto anche dagli agenti ad una manifestante arrestata durante gli scontri del NoExpo. “Prendiamo sta’ puttana“. Vi rimando al post scritto da Abbatto i Muri:

[…]Perché nel caso della ragazza che attraversa la piazza, qualunque sia il modo in cui sceglie di farlo, c’è da dire che si scontra con quella mentalità puramente patriarcale che divide le donne in sante e puttane. Dunque la santa sta a casa o è la vittima che il prode cavaliere salverà, godendo di gratitudine eterna of course, e quella che scende in piazza a sfidare la sorte è una puttana. Allora viene fuori l’altro elemento di contraddizione del quale in questo blog si parla spesso. Se le polizie sono attraversate da questi umori sessisti come sarà possibile per le donne che subiscono violenza, dentro e fuori casa, affidarsi a costoro?lI video del fermo alla ragazza è QUI e bisogna dire anche che su questo fermo in rete si è ricamato un po’. La ragazza fermata ad un certo punto, per fare del sarcasmo, parla di sesso selvaggio in cella. C’è chi ha voluto crederle e la sta sputtanando in rete, nel senso che si insiste con la versione che la etichetta come una “puttana”. Perché la faccenda sta proprio e sempre così, per quanto non si richiedano sconti o privilegi particolari per il fatto di essere donne, si può pretendere però che a questi signori in divisa si insegni che quando compiono fermi, così come è avvenuto in passato o come ricordiamo è avvenuto anche a Genova, ci risparmino i loro giudizi di parte, a volte un pochino anticentrosocialisti e un po’ maschilisti. […]

Perché, secondo la mentalità corrente, una brava donna dovrebbe restare a casa e non mischiarsi agli uomini. Questo è emerso anche agli albori della Primavera Araba in Egitto, dove alle manifestanti arrestate sono stati importi dei test per attestare la propria verginità. Altro mezzo di controllo della donna è stato imposto anche attraverso le molestie sessuali, per inibire così la partecipazione femminile. Così, quando la donna esce dalla sua sfera privata diventa così “una sgualdrina che appartiene a tutti”.

Dunque, ad una donna si può anche rivolgere un apprezzamento sessuale pesante per “fare ridere”, come è accaduto al concerto dell’Expo da parte di Bonolis che ha inoltre ricordato alla Clerici di non fare parti che spettano agli uomini.

Insomma, attraverso il controllo del corpo e della moralità delle donne si ribadiscono i confini territoriali dei generi che passano attraverso la segregazione fisica delle donne. Non è un caso se anche in questa occasione molti hanno detto che sarebbe stata meno puttana se fosse rimasta in casa a lavare e stirare camicie (come è stato detto anche ad una ragazza manganellata a Bologna che per molti “se l’è cercata”).

Anche in Italia, una brava donna secondo la mentalità corrente, dovrebbe restare a casa per salvare il suo onore. Parole che sanno di cameratismo, purtroppo pronunciate anche da donne.

Le donne che usano la parola puttana contro le altre per “salvarsi da quelli che considerano le donne tutte come delle puttane” dovrebbero comprendere che se una donna viene chiamata puttana, siamo tutte sotto accusa, dunque tutte potremmo essere chiamate con questo epiteto solo per essere uscite dalla vita privata. Come è accaduto alle due attiviste rapite in Siria, chiamate “puttane” e insultate per mesi da chi pensava si fossero scopate i loro carcerieri siriani, perché ci si aspetta che una brava donna resti a casa. Dunque, buone o cattive sulle donne cadrà sempre questa nomea a meno che tu non adempia ai pochi ruoli che la società ha preposto alla donna: essere buone madri e mogli, sacrificate ad essere ancelle del focolare e nulla di più.

Concludo il post ribadendo il mio bisogno del femminismo perché, restando al caso, è assai discriminante pretendere che una donna rispetti maggiormente le regole perché femmina. Poiché dalla donna ci si aspetta più disciplina, più ordine e questo equivale ad una richiesta di sottimissione all’autorità patriarcale deposta da forze dell’ordine, governi, mariti, padri e pari.

7 risposte a "#Slutshaming: Ossia se non ti comporti come dovrebbe una donna, allora chiunque può attribuirti l’etichetta di “puttana”"

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  1. L’articolo non mi piace. E’ vero che in Italia si è ancora legati a doppio filo da una mentalità sessista, ma la cosa che prima di tutto viene in mente, ancora prima del collegamento tra l’autoscatto e la vita sessuale, ed è: che nesso c’è tra l’auto bruciata e la posa per la fotografia? Quella foto è la beffa che si aggiunge al già grave danno subito dagli abitanti di Milano, ti sembra un posto adatto a farti una foto per sembrare carina? O detto molto in sintesi: dietro di te c’è un automobile (poco importa di chi sia, in quella foto ha valenza simbolica) e tu pensi a farti gli autoscatti? Che l’auto sia sua, o di altri, si dimostra totalmente indifferente ai problemi di persone che magari con la macchina ci andavano a lavoro, al supermercato o ci accompagnavano i bambini a scuola. Una foto del genere avrebbe fatto scalpore tanto quanto la foto di un ragazzo che sorride e alza il pollice, non è sessismo insultare qualcuno che fa una foto del genere, e per quanto sbagliati quegli insulti te li dovevi anche aspettare ( basta notare l’accanimento verso Mattia Sangermano per la sua intervista) quando ti beffi di situazioni del genere. Quanto agli insulti: vuoi incentrare un articolo sul fatto che gli insulti rivolti agli uomini sono insinuazioni a ritardi mentali e alle donne siano rivolte alla propria vita sociale? Gli insulti sono argomentazioni logiche per cui vale la pena andare ad analizzare l’ascendente filosessista che li caratterizzano? Bene allora scrivi un articolo che tratti su come nella cultura popolare la virtù principale di una donna dovrebbe essere la castità, ma non tirare in ballo tutta la vicenda dell’expo, perché non hai centrato il nocciolo della questione. Sia chiaro, non voglio difendere chi insulta, ma inviterei caldamente la ragazza a rivedere le sue preferenze su dove ritrarsi.

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    1. Caro Vincenzo,
      Nel mio post io non ho giustificato il gesto della ragazza in questione ma al fatto che il comportamento di una donna subisca sanzioni più forti e spesso viene additata come una “sgualdrina” cosa che ai maschi non succede mai. E’ come se ad un uomo di colore per essere insultato viene definito negro, come se ci fosse un nesso tra il suo colore della pelle e il suo comportamento. La ragazza inoltre è stata insultata anche in termini razzisti. Questo io lo ritengo grave quanto un atto vandalico o di una foto davanti a un auto, perché è un’accusa a tutte le donne per il loro fatto di avere una vita sessuale. Pensi che sia peggio una foto simile o il fatto che parecchi l’abbiano minacciata di stupro? . Tu pensi che se fosse maschio sarebbe stato insultato come “sei una troia” ,”fai i bocchini” ecc??
      Io di articoli sullo slut-shaming ne ho scritti tanti anche su quel versante e penso che sia slut-shaming dare della puttana ad una donna a priori a prescidere di come si comporta. Ti invito infatti a leggerli, questo è un tema che mi sta più a cuore, ossia l’abbattimento di stereotipi di genere. Ci sono altri termini per definire l’autrice del gesto ma questo non può passare per la vita sessuale di una donna. io penso infatti che gli insulti siano più stati rivolti al suo genere che al gesto. Anche Greta e Vanessa sono state definite tali eppure aiutavano il prossimo, non erano mica vandale o sceme.

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    2. Vincenzo se dice che è sua (e perchè non crederle) la cosa cambia eccome. Magari anche lei ci andava al lavoro, al supermercato ecc. e si è fatta fotografare (non è un autoscatto/selfie: cf.Keriz qui sopra) per ‘ricordo’. Avrebbe dovuto farsi fotografare in lacrime, strappandosi i capelli?
      A parte il fatto che considero violenza insultare pesantemente chiunque, qualunque sia il motivo. Gli insulti non sono ‘argomentazioni logiche’ ma rispecchiano la mentalità di chi li usa: se usi insulti razzisti, sei razzista ecc. ecc.

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  2. Il modo migliore per trattare una questione è partire da esempi pratici, cose che accadono: questo è il caso. Ciao Mary, mi hanno suggerito il tuo blog oggi e lo seguirò con interesse. In particolare, mi ha sempre colpita questo uso indiscriminato del termine “puttana” non appena non si approva qualcosa che viene fatto da una donna. A proposito, vai a cercare uno dei tweet di ieri di Salvini: “Chi non viene è una Boldrini”.
    Non c’è molto da aggiungere, mi sa!
    Buona giornata.

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