Lo stupro non è un atto di libidine ma di sopraffazione

Pochi giorni fa un uomo è stato stuprato dopo una rapina. Lui fa il portiere di un albergo e si è trovato quattro “uomini” davanti che hanno cominciato a minacciarlo e a spintonarlo fino al ripostiglio, dove lo hanno stuprato a turno, mentre uno di loro riprendeva la scena con il telefonino.

Il video dello stupro per minacciare la vittima dicendogli che se avesse avvisato la Polizia avrebbero pubblicato sui social network.

Stessa modalità: Loro violentano, però a vergognarsi dovrebbe essere chi ha subito uno stupro. E sappiamo quanto siano forti i pregiudizi di un mondo maschilista dove sei culattone se subisci una penetrazione anche se non la desideri.

Mi sono sempre chiesta qual’è la posizione di chi compie lo stupro su un uomo. In realtà se ci rifletto bene siamo ancorati all’idea che nei rapporti sessuali esista un passivo o un attivo. Questo accade sia nei rapporti eterosessuali che omosessuali. Le donne, in quanto percepite come passive, vengono considerate di facili costumi e i rapporti sessuali consenzienti vengono considerati altamente umilianti in quanto la donna li subirebbe passivamente.

Qui si forma la cultura dello stupro. In quanto passiva, la donna, deve subire un rapporto sessuale, anche se non lo vuole espressamente.

Ovviamente il maschilismo va a braccetto con l’omofobia. Diciamo che omofobia e maschilismo sono la stessa cosa.

L’uomo che è attratto dagli uomini ma ama penetrare è considerato meno “frocio” e “meno pervertito” di uno che viene penetrato. Da qui nascono gli epiteti “attivo e passivo”. Questo perché chi subisce una penetrazione viene considerato sessualmente e socialmente sottomesso. Come una donna, dunque da umiliare.

La percezione della donna come un individuo subordinato è la causa delle violenze di genere.

Se uno violenta un uomo lo fa per sottometterlo o umiliarlo poiché in una società maschilista essere come una donna è considerato ancora un disonore per un uomo.

Però tutti gli stupri nascono come segno di umiliazione verso chi lo riceve. Anche verso le donne. In pratica, quando uno ti stupra, ti sta ricordando che tu sei una donna e che lui comanda.

Non è un caso se lo subiscono donne di tutte le età e indipendentemente dall’aspetto estetico e se lo subiscono anche uomini, omosessuali o meno.

Il problema fondamentale è che la percezione del fenomeno è molto diversa se a subirlo è una donna.

Questo fatto di cronca dimostra che lo stupro non è un atto di libidine ma è un atto di sopraffazione. Però lo stupro verso una donna continua ancora oggi ad essere giustificato, anche dal sistema giudiziario. Come se la donna, in quanto tale, lo gradisse rispetto ad una vittima di sesso maschile. O come se avessimo provocato o ce lo fossimo andate a cercare.

Parlano spesso uomini che non lo hanno mai subito andando a concentrarsi più sulla vittima e sul suo comportamento/abbigliamento/abitudini sessuali e su ciò che ha portato un uomo a stuprare una donna in base a questo. Ma mai a stigmatizzare la condotta sessuale o morale dell’uomo. Come se un uomo fosse naturalmente portato a stuprare.

Li senti sbraitare come cani rabbiosi verso una morale che non esiste più perché le donne di oggi non hanno più valori e non hanno rispetto per sé stesse. Certamente, noi andiamo in giro a farci violentare!

Il vero problema è che molti sono ancora oggi legati alla figura dell’uomo cacciatore, alla donna come Eva o come vittima indifesa che vede il pericolo in ogni angolo al costo di limitare la propria libertà.

Quanto fa male leggere le parole di un uomo che dice chele donne hanno una minima responsabilità e dovrebbero mettere in conto dei rischi?

Ma perché addossare le responsabilità su una vittima di stupro dopo ciò che ha subito? Dovrebbe essere assurdo alimentare i sensi di colpa su una donna stuprata facendole pensare che forse avrebbe potuto evitarlo. Cosa che effettivamente pensano le vittime di una violenza quando non riescono a sporgere una denuncia; ferite che mai guariranno.

Si può evitare uno stupro? No certo che no. E’ come dire che tu nasci colpevole di essere una donna.

Se vai a scavare le motivazioni della giustificazione è perché molti hanno paura di essere chiamati in causa come uomini o che puntare il dito contro un reato maschile equivalga a puntare il dito contro tutti gli uomini.

Almeno è capitato a me, ma anche ad altre, conversando con alcuni uomini.

A loro poco importa se stigmatizzare lo stupro possa aiutare le vittime a denunciare e a non vergognarsi o sentirsi in colpa. Non si rendono nemmeno conto quanto può essere dannoso per la vittima spostare su di essa ogni responsabilità. E quanto questo può incoraggiare gli stupratori ad abusare delle donne e/o scoraggiare le vittime a difendersi o a denunciare.

stuproQuesta è l’immagine incriminata comparsa su una pagina. L’ha condivisa un uomo. Da qui è scoppiamo un putiferio. Accuse di misandria, uomini che sostengono che le ragazzine dovrebbero vestirsi meno da puttane, uomini che parlano di false accuse.

E commenti simili:

livello
Le vittime sono gonfiate di brutto (cit.) 😀

Che centra il sionismo? Noi donne siamo tutte ebree di origini israelite?

mdm
Abbiamo bisogno che le vittime vengano processate assieme ai loro stupratori ad esempio…

Da notare il livello medio…proprio terra-terra.

Senza considerare che lo stupro viene compiuto da persone conosciute, soprattutto parenti, amici, conoscenti e famigliari; quindi le donne si esporrebbero al rischio in ogni momento, la soluzione sarebbe chiuderci in una campana di vetro?

E poi che ne sappiamo se uno è un malintenzionato? Bhe optiamo col pensare che ogni uomo è un potenziale stupratore? Eppure chi sta sostenendo ciò è il primo a dire che “bisogna evitare di tirare in ballo tutti gli uomini e targarli come stupratori in quanto maschi”.

Forse bisogna arrivare al punto di chiedere ai giornali di prendere più in considerazione questi casi per fare in modo che la gente smetta di pensare che le donne vengono stuprate perché provocano i loro stupratori?

Nemmeno parlando di bambine funziona. Anche loro provocano, per molti.

Come stupirsi di quest’arretratezza se perfino la legge italiana non considera lo stupro come una forma di violenza di genere? (prima del ’96 non era nemmeno reato contro la persona). Dunque lo stupro NON essendo paragonabile alle altre forme di violenza di genere. Di conseguenza, o è meno grave o può essere giustificato ancora considerando lo stupratore, NON un violento alla stregua di un femminicida che ti stupra perché ha appreso quel comportamento da leggi patriarcali, ma:

a) un libidinoso (dunque colpa della vittima che lo ha provocato)

b) un malato (quindi colpa della vittima che si è fidata di lui)

c) un cacciatore (dunque è colpa di lei che non gliel’ha data o che ha detto no all’ultimo)

E così è anche per molte persone che li giustificano.

7 risposte a "Lo stupro non è un atto di libidine ma di sopraffazione"

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  1. Il dominio da sempre colpevolizza le vittime, in tutti i suoi rapporti in tutte le su manifestazioni, sesso, economia, politica ecc..ecc.. come per avere il controllo delle vittime le classifica, e crea gli stereotipi. Mascolinità e femminilità sono i classici stereotipi che dividono maschio e femmina, l’aspettativa sociale li controlla.. La sopraffazione e lo stupro fanno parte della mascolinità e non del maschio, la suddivisione dell’omosessualità in “attivo” “passivo”, con lo stigma che colpisce solo il passivo in quanto l’attivo è conforma alla mascolinità. Si dice che i marinai siano omosessuali in mare e eterosessuali in terra.. di certo in ambienti strettamente maschili, carcere, esercito e chiesa, la violenza di uomini su altri uomini è una regola.. nei carceri maschili la vittima viene chiamata, non a caso “puttana”. il predestinato come vittima, lo è non perchè ha caratteristiche femminili, ma è quello meno mascolino.
    Ma comunemente la gente pensa che la mascolinità sia un elemento biologico, e lo stupro inscritto nel DNA maschile.. questo spiega quei commenti.. molti uomini pur di giustificarsi, preferiscono passare da fessi.. Nella cultura occidentale e non solo, storicamente la donna è sempre stata considerata quella più vicina al mondo animale, più emotiva e istintiva, e con questa scusa hanno allontanato la donna dal lavoro e da posti di comando.. l’uomo inteso come genere, l’unico razionale, ma quando si parla di sesso e di stupro, allora la teoria si ribalta, è l’uomo, quello che risponde in maniera incontrollata alla sua biologia.. basandosi sulla loro teoria, sarebbe necessario togliere agli uomini il diritto di voto, di eleggere e di essere eletto, toglierlo da qualsiasi incarico di prestigio e di responsabilità.. pensiamo un po, il mondo è pieno di armi atomiche, controllate da uomini che basta vedere un pò di pelo, li parte il testosterone e non capisce più nulla.. ne vale la sicurezza mondiale..

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    1. Infatti, il problema principale è che devono assicurarsi che le donne non denuncino e che quindi denunciando (o difendendosi) non mettono in discussione il loro potere. L’aspettativa sociale della femmina è quella di essere dominata, quella del maschio è di dominare e qui attorno si creano le figure di attivo e passivo. Un’ottima analisi, complimenti 🙂

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  2. La scusa delle mini gonne è patetica. Vengono stuprate donne che indossano il burqa integrale. Lì allora cosa li ha provocati, il seducente nero funereo del Burqa? Ma per favore!
    “Non manca affatto l’indignazione per gli stupratori”
    No, e poi i giornali titolano “Ragazza stuprata da giovani di buona famiglia” Buona famiglia?! Ma che C***o c’entra?
    Ragazzo viene stuprato con un compressore “Eh, ma era uno scherzo!” E certo, chi fa più i gavettoni al giorno d’oggi? Sono passati di moda, ora i compressori sono IN!
    Vabé, scusate lo sfogo ma sinceramente alcuni individui sono da sbatterli al muro per come pensano. Scusate ancora, comunque bellissimo articolo, condivido.

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    1. Già e il bello è che il tizio dice che in tutto il mondo lo stupro indigna. Certo, infatti in molti paesi del mondo le donne vengono pure punite per aver subito uno stupro. Nei paesi occidentali non sarà così ma la condanna morale verso le donne stuprate è praticamente la stessa dei cosiddetti paesi islamici. Grazie mille per la condivisione:)

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      1. Posso dire una cosa un po’ sessista? Se qualche uomo, meglio se giornalista, avesse davvero LE PALLE di definire senza mezze misure uno stupratore, forse forse darebbe un bello schiaffo a questi tipi che amano commentare con i paraventi.
        Perché il problema maggiore qua è che lo stupro è considerata roba da donne che non interessa MINIMAMENTE l’altra metà del cielo dotata di pene. Praticamente una donna parla di stupro per le altre donne, portando l’acqua al suo mulino, secondo loro.

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  3. L’ha ribloggato su Parti di luie ha commentato:
    Se uno violenta un uomo lo fa per sottometterlo o umiliarlo poiché in una società maschilista essere come una donna è considerato ancora un disonore per un uomo.

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  4. Porto una rabbia dentro da non riuscire neanche a trovare le parole.
    Chi stupra, indipendentemente da chi sarà a subire, posso solo sperare possa soffrire.
    Soffrire per un dolore immenso. Soffrire per la propria anima che si accartoccia su se stessa. Soffrire nel dolore del vuoto e nell’eco dello stesso.
    Ritengo lo stupro un omicidio.
    Alla stregua del più feroce degli omicidi.
    E, si, nonostante io creda alla grande verità che vede l’altra guancia in vista, non posso non provare la gioia di immaginare anime del genere chiuse in bottiglia, lanciate in mare aperto, in attesa di un approdo che non arriva mai.
    Cazzo, che rabbia.
    All i’m sayin’ (original mix) – allovers feat. Lisa shaw.

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